Con Antifragile Nassim Nicholas Taleb ci offre una prospettiva rivoluzionaria sull’individuo e la società. Un’opera ormai considerata un classico contemporaneo al pari del Cigno nero, che, attraversando medicina e alimentazione, architettura e tecnologia, informazione ed economia, ci mostra come, per raggiungere un maggior benessere personale e collettivo, non sia necessario fare sempre di più: meno è meglio. La chiave di tutto è l’«antifragilità». Sappiamo che la nostra incapacità di capire a fondo i fenomeni umani e naturali ci espone al rischio di eventi inaspettati. Ma l’incertezza non è solo una fonte di pericoli da cui difendersi: possiamo trarre vantaggio dalla volatilità e dal disordine, persino dagli errori, e diventare antifragili. Infatti, a differenza del «fragile» – ciò che si lascia danneggiare dagli eventi esterni – e del «robusto» – ciò che sopporta i colpi e rimane uguale a se stesso –, l’antifragile «desidera» gli shock e se ne nutre per crescere e migliorare. Nell’ottica dell’antifragilità, perciò, Taleb ci mostra come le città-stato funzionino meglio degli stati-nazione, la spontanea confusione dei suk sia preferibile all’eleganza formale dei mercati regolati e il naufragio del Titanic abbia salvato molte più persone di quante ne abbia fatte annegare; ma anche come le grandi corporation siano una minaccia per la società e i piccoli imprenditori ne rappresentino la forza. Quella di Taleb è una guida audace e radicale per aiutarci a vivere con semplicità e naturalezza in un mondo che non sempre comprendiamo appieno, dandoci il coraggio di guardare in faccia la nostra agguerrita e fiera umanità. Perché, come l’Idra generava due nuove teste ogni volta che gliene veniva tagliata una, anche noi possiamo trarre vantaggio dallo stress, dagli errori e dai cambiamenti.
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