Barbanera è senza dubbio il più famoso, Anne Bonny la più affascinante e Jack Sparrow il più sexy (e il meno reale!), ma cosa sappiamo veramente dei pirati? Sebbene sia storicamente provato che abbiano dominato i Caraibi nel XVIII secolo, le loro vicende non si riassumono certo in cliché dal sapore hollywoodiano. L'immagine egualitaria, persino libertaria, dei "signori del mare" che nei secoli successivi valse loro una simpatia non dissimulata ha tuttavia un suo fondamento storico, che consiste nel disprezzo delle leggi "borghesi" e ingiuste, nel gusto di rubare ai ricchi, nell'etica del codice d'onore. Fin dall'antichità il mondo marittimo è uno spazio dove vige la legge del più forte, dove la violenza e l'astuzia per raggiungere il proprio scopo sono legittimate. Presto però una forma di collaborazione si afferma tra questi banditi e il potere politico ed è così che si sviluppa la pirateria. A partire dal Medioevo è la volta della guerra di corsa e dei corsari, i famosi "pirati di stato" autorizzati a saccheggiare e attaccare le navi nemiche. Con le grandi scoperte geografiche incontriamo, soprattutto nei Caraibi, il filibustiere, sapiente mix tra il pirata e il corsaro. In questa grande, completa e unica sintesi, Alain Blondy ripercorre magistralmente le tracce di ammiragli e semplici mozzi evidenziando l'unicità di tale fenomeno storico. Attraverso razzie, attacchi navali e saccheggi, ci accompagna nelle epoche e tra i popoli, in un viaggio dal Mediterraneo all'oceano Pacifico, passando per i mari del Nord, che non finirà di stupire.
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