«Del Giani possono leggersi numerosi articoli, scritti dal 1932 al fatale 1941, in cui la natura mistica erompe al calor bianco, collocando tutto il resto su un piano secondario e, in fondo, anche opinabile. Ma più ancora ci rivela tutto il suo stile di vita e la sua stessa morte. La mistica è coerenza assoluta: non ammette contraddizioni. E, se è vero che essa non si può enunciare come un progetto o come un teorema, ma si può soltanto vivere, l’opera recensita consegue certamente il risultato di farci intendere come essa illumini e non contrasti nessuno dei concetti a noi cari. Così quello di ‘Tradizione’, di cui Giani scrive: 'Il Fascismo è un richiamo violento alla Tradizione, non è un ritorno o una ripetizione. Per noi fascisti, la Tradizione è e non può essere che dinamica. Altrimenti si parlerebbe di conservatorismo e di reazione'. Il libro va letto tutto e in pensosa solitudine, per respirare lo spirito che sottende tutti gli interventi. Si troverà in esso anche un’esortazione oggi attualissima, nello smarrimento generale del mondo liberaldemocratico».
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