Boboli, patrimonio dell’Umanità dal 2013, è uno degli esempi più significativi di giardino all’italiana. La sua collocazione all’interno della città, la sua vastità (45 ettari), la ricchezza e la varietà dei suoi arredi, nonché gli artisti che vi hanno operato e la sua stretta relazione con palazzo Pitti, sede del governo da Cosimo I de’ Medici al Regno d’Italia, lo rendono unico nel panorama dei giardini medicei. La sua storia inizia con una donna, Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo I, che acquista la proprietà dai Pitti per farne la residenza della famiglia. Gli architetti più importanti vengono chiamati a progettare la sistemazione del giardino e ad ampliare il palazzo. Niccolò Tribolo, Bartolomeo Ammannati, Giorgio Vasari, Bernardo Buontalenti si avvicendano nei lavori seguendo un unico pensiero: la celebrazione della grandezza e delle virtù della casata medicea. Boboli non è solo il magnifico giardino di Palazzo Pitti, la reggia dei Granduchi di Toscana, ma un museo all’aperto, popolato da fontane, vasche, grotte e statue di tutte le epoche dall’antichità romana, al Rinascimento e al Manierismo, fino alle istallazioni del XX secolo.
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