Esistono molte possibili soluzioni per narrare la famiglia. Fra realismo e mitopoiesi, il romanzo di famiglia raccoglie aneddoti e lessico, come i riti che legano i membri di una costellazione familiare. La de familiarizzazione, fra straniamento e naturalizzazione delle relazioni, sfocia nell'invenzione di personaggi a volte surreali, creati per bilanciare il ricordo traumatico di rapporti interpersonali e quello angoscioso della propria infanzia. Mentre Natalia Ginzburg presagiva la rovina della famiglia, intesa nel suo senso più convenzionale, con "Caro Michele", dopo il racconto sereno di "Lessico famigliare", le varie generazioni narrate nel primo ventennio del Duemila in "Prima di noi" di Giorgio Fontana e "Sangue giusto" di Francesca Melandri rivelano come la storia, la politica, la società intervengano e decretino "l'a-linearità" e la necessaria relativizzazione del tempo vissuto da una famiglia. Oscillanti fra la finzione che maschera la realtà angosciosa del proprio vissuto – il caso di "Menzogna e sortilegio" – e la realtà che si vuole letta come un romanzo, i romanzi familiari contemporanei parlano di noi.
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